Il rientro dell’attaccante polacco nel momento più importante della stagione fondamentale  per aiutare un reparto in crisi

Se il Napoli può ancora credere nello Scudetto è grazie al gol dei Arkadius Milik che al minuto 89 ha pareggiato l’inatteso vantaggio del Chievo, spingendo i suoi alla vittoria all’ultimo secondo. Quella che sembrava una partita stregata al San Paolo è stata risolta dalla specialità dell’attaccante azzurro: il colpo di testa. Milik è ufficialmente tornato dopo il secondo sfortunatissimo infortunio al ginocchio. Il 23 settembre scorso contro la Spal l’attaccante si rompe il crociato destro dopo aver saltato praticamente tutta la stagione precedente per il medesimo infortunio, ma al ginocchio destro.

A fine febbraio 2018 il bomber polacco rivede la luce, ma per riprendere la condizione ha avuto bisogno di qualche settimana in più. Già nella partita contro il Sassuolo il suo ingresso in campo ha cambiato la partita e solo la traversa gli ha negato la gioia del ritorno al gol, fermando gli azzurri sul pareggio contro gli emiliani. Il gol contro il Chievo sancisce così la seconda resurrezione sportiva di un calciatore tanto sfortunato quanto tenace, incredibilmente importante per una squadra come il Napoli. Tra l’altro, in un momento quanto mai difficile per il Napoli, che da qualche mese a questa parte ha perso certezze offensive.

ARKADIUS MILIK/GENNARO DI ROSA/SHUTTERSTOCK.COM

I numeri d’altronde parlano chiaro: da marzo alla sfida contro il Chievo, i tre davanti hanno messo a segno solo quattro gol in cinque partite disputate. Un calo più che fisiologico visto che, per mancanza di alternative e particolare gestione della rosa da parte di Sarri, i tre attaccanti non avevano praticamente mai riposato da inizio stagione. Milik quindi può rappresentare per gli schemi offensivi di Sarri un jolly veramente prezioso, potendo dare respiro a Mertens, ma anche a Insigne e Callejon spostando il belga su una delle due fasce. Oppure, come ha dimostrato più volte Sarri quando ha bisogno di vincere le partite, essere il perno offensivo di un 4-2-3-1 super offensivo proprio come nell’ultima partita. Non a caso il tecnico toscano ha definito la sua lunga assenza “devastante per il Napoli”.

Il numero 99 nella sua travagliata esperienza napoletana sfodera numeri veramente importanti. Due gol, quest’anno, nei 167 minuti passati in campo in Serie A. Tre, invece, se consideriamo i 272 minuti complessivi giocati. Il peso dei numeri lo si avverte anche quando si guarda all’intera esperienza del polacco a Napoli. Da quando veste la maglia azzurra, infatti, ha messo insieme sette gol in 718 minuti di Serie A, undici reti totali nei complessivi 1144 minuti passati in campo. In pratica un gol ogni 102 minuti in campionato, quasi un gol a partita.