Neymar a tempo record a terra, simulazione garantita

Nelle partite del Mondiale del Brasile qui in Russia 2018 al momento c’è stato un comune denominatore, ovvero la caduta a terra di Neymar con annessa sofferenza durata anche in modo consistente, tanto che la rete si è attivata producendo dei meme appositi per Neymar che cadeva e simulava al minimo tocco mentre si giocava.

La cosa è stata talmente evidente che ora c’è uno studio e un tempo totale calcolato che ha dell’incredibile. Praticamente andando a vedere Neymar è rimasto a terra in sofferenza per un totale di 14 minuti, su quattro partite del mondiale giocate. Praticamente più di 3 minuti a partita in totale, quando altri giocatori anche molto meno blasonati non protestano nemmeno per contatti più duri e consistenti rispetti a quelli che sono toccati al brasiliano.

Non capiamo come mai sia stata adottata questa logica, vista anche quando la squadra non era in vantaggio, dunque non aveva interesse a perdere tempo, anche in forma consistente. Ai minuti indicati a terra bisogna aggiungere anche quelli poi persi per la ripresa del gioco, per un numero totale anche più consistente.

Brasile - Belgio
BRASILE – BELGIO (© ARITRA DEB / SHUTTERSTOCK.COM)

Neymar ha subito un totale di 23 falli nel torneo, con relative perdite di tempo da parte del giocatore che per ogni match ha interi minuti di rimanenza a terra caricati. Guarda caso poi contro il Messico, prima partita ad eliminazioen diretta, c’è stato il record, con ben 5 minuti e mezzo passati al suolo. L’esterno della Seleçao è infatti rimasto sdraiato per ben 13 minuti e 50 secondi. una media di 207.5 secondi a match. Dopo aver trascorso varie fasi di gioco “in preda ai forti dolori” nella fase a gironi.

In pochi finora, fatta eccezione per il suo commissario tecnico e qualche altro elemento di stampo verdeoro, si sono schierati a sua difesa, nonostante le statistiche raccolte nelle prime quattro partite parlino di 23 scorrettezze incassate dall’attaccante del Psg. Un numero alto a priori, ma ‘avvalorato’ dal fatto che O’Ney sia arrivato a questa Coppa del Mondo reduce da un grave infortunio alla caviglia che lo ha tenuto ai box per circa 3 mesi. La paura di una ricaduta, unita al trauma subito dal numero 10 al Mondiale di quattro anni fa, quando un’entrata in ritardo di Zuniga sulla schiena gli costò la semifinale contro la Germania, potrebbe giustificare il suo comportamento. Sempre fino ad un certo punto però.