Mario Gotze: eroe nel 2014, oggi nemmeno convocato

Eroe quattro anni fa, oggi nemmeno preso in considerazione. È questa la triste parabola di Mario Gotze. Il suo nome, infatti, nemmeno compare nella lunga lista dei preconvocati di Löw da cui poi nascerà il gruppo che in Russia difenderà il titolo Mondiale. Era il 13 luglio 2014, quando allo stadio Maracanã e al minuto 113 arrivò il suo gol che valse la gloria per i tedeschi.

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GOTZE/JEFFERSON BERNARDES/SHUTTERSTOCK

Dopo anni di finali perse, medaglie d’argento e delusioni finalmente la Germania era tornata sul tetto del mondo. E tutto anche grazie e soprattutto a quel ragazzo che sconvolse la finale contro l’Argentina di Leo Messi. Di lì in poi l’oblio. Il calo al Bayern, il ritorno a Dortmund, il disturbo del metabolismo energetico e l’addio (momentaneo) alla Nazionale. Nelle ultime 17 uscite della Germania – tra amichevoli e qualificazioni mondiali – lui è stato convocato appena due volte. Ne ha giocata una, e solo per 25 minuti. Inevitabile dunque l’esclusione e così, in appena quattro anni, sembra essersi rovesciato il mondo per Gotze.

L’esordio e l’esplosione al Borussia Dortmund

Scuola Dortmund e grande talento, Gotze fa col pallone quello che vuole. Le qualità sono altissime, e ha anche un po’ di quella stafottenza, non sempre sana, che hanno molti campioncini che vedono di fronte a loro un futuro glorioso. Lui è consapevole di questo e nel 2009 esordisce diventando subito una stella.

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L’anno dopo (e quello dopo ancora, stagioni 2010-11 e 2011-12) il Dortmund vince due Bundesliga in fila con Klopp in panchina, le ultime prima dell’attuale dominio Bayern che ormai vince da sei anni consecutivi. Gotze in quei due anni fa registrare un totale di 15 gol e 24 assist, e non ha nemmeno vent’anni… Nel 2012-13 i gialloneri non vincono in Germania, ma raggiungono una finale di Champions contro i bavaresi che Mario non giocherà: è infortunato, non una novità. Ma soprattutto, nel frattempo, il suo cartellino è passato proprio in Baviera, con una clausola rescissoria pagata già a metà aprile e un nuovo tassello per il super Bayern – fresco campione d’Europa e di treble – che sarà di Pep Guardiola.

L’arrivo al Bayern e la scoperta dell’origine degli infortuni

Al primo impatto col Bayern le cose vanno bene per Gotze, benissimo, in un costante percorso di affermazione. Il primo anno gioca ben 45 partite con un bottino di 15 gol e 13 assist. Nel 2014-15 i numeri aumentano in quanto a minutaggio, e Mario gioca 37 volte dal primo minuto su 46 match. Ma nella stagione successiva sono ancora gli infortuni a condizionarlo. Panchina, tribuna, e Guardiola inizia a considerarlo sempre meno facendolo giocare appena 21 volte.

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Nell’estate del 2016 torna al Dortmund, gioca ancora meno, ma a metà stagione si scopre il vero problema: disturbo del metabolismo energetico. Una malattia che colpisce gli arti inferiori e che non permette a Mario di bruciare i grassi. Per questo non riesce più a raggiungere il peso forma, i suoi muscoli non ricevevano stimoli, e affaticamento e dolori muscolari sono così all’ordine del giorno. Una volta scoperta l’origine del problema si è sempre creduto che, una volta guarito, Gotze avrebbe potuto riesprimersi ai suoi livelli. Mettendo in mostra le sue straordinarie doti tecniche. Ma un vero rientro al top non c’è ancora stato.

Nazionale bye bye

Era questa la stagione per conquistarsi una maglia al Mondiale, dopo quel controllo di petto e zampata mancina che valse la coppa più prestigiosa del calcio nel 2014. Gotze con il Borussia ha giocato 32 volte quest’anno, rientrando dai problemi fisici ma mai veramente in forma come un tempo. Paura, frustrazione e appena due gol realizzati, l’ultimo a febbraio scorso. Nelle ultime due amichevoli della Nazionale di marzo il suo nome non c’era, e nemmeno in quello della lista preconvocati. La Germania ripartirà così dal Mondiale senza Gotze, il suo match winner della finalissima, e lui ripartirà senza la Germania per tornare quello di un tempo. Il futuro è certamente dalla sua, e anche il calcio attende il ritorno di quello che sembrava essere uno dei suoi talenti più puri.

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