Juventus-Milan: all’Olimpico sarà anche una sfida generazionale

Juventus-Milan. Testa contro gambe. Esperienza contro sana incoscienza. Vecchi contro giovani. Ma la voglia di trionfare è la stessa, per entrambe. Per una Juve, per mentalità da sempre abituata a vincere tutto, perché vincere, è l’unica cosa che conta. Idem però anche per un Milan che riflette tantissimo il suo allenatore Gattuso: grinta, corsa e cuore. Certo, in casa rossonera le dinamiche sono cambiate, ed anche tanto, rispetto a quando il tecnico vestiva l’abito da calciatore. Ma ora c’è la voglia di tornare a conquistare un trofeo, dopo la Supercoppa a Doha sempre contro i bianconeri dello scorso anno. Vedremo chi avrà la meglio…

Mentalità Juve

La Juventus il campionato l’ha ormai praticamente già vinto, anche se Allegri continua a predicare calma e a tenere i piedi per terra. I segreti della sua squadra sono tanti. Mai come quest’anno cinica e spietata. Forse meno spettacolare del solito, ma alla fine è l’obiettivo quello che conta, sempre. E in questo la mentalità del club e del suo allenatore si sono sposate benissimo. Cinismo vuol dire anche sicurezza, e la sicurezza viene dall’abitudine, a sua volta derivante dall’esperienza di un collettivo che da sette anni domina il calcio italiano, pur sempre sapendosi rinnovare ogni anno.

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BARNI/JUVENTUS/SHUTTERSTOCK

Difesa, gli anni sono sinonimo di esperieza

L’età media per reparti parla chiaro: è la difesa quella più “vecchia”. Causa, o meglio per meriti, di Gigi Buffon, portiere – ruolo che può andare anche oltre ai classici standard di ritiro – di 40 anni. Ma ci sono anche i 37 di Barzagli, i 33 di Chiellini (che salterà la finale), i 34 di Lichtsteiner e i 29 di Asamoah. La media totale fa 33,2. Più anche dei 30 tondi tondi tra i centrocampisti, coi vari Khedira e Matuidi a quota 31 primavere. Eppure proiezioni future e certezze a lungo termine del presente non mancano.

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DYBALA/BARNI/SHUTTERSTOCK

La Juve si rinnova, sempre, e senza mai fare rivoluzioni. Ogni anno e con costanza. E questo è l’ennesimo segreto di chi sta per mettere il settimo sigillo consecutivo sulla Serie A. Detto di difesa e centrocampo è l’attacco il reparto dall’età media più bassa, con 27 anni di media in cui influisce senza dubbio Paulo Dybala. 24 gli anni per la Joya, il miglior marcatore della squadra, e 27 per Douglas Costa, per distacco l’arma in più in tutto il 2018, ed Alex Sandro. I più giovani in squadra sono Bentancur e Rugani, due mattonelle da cui ripartire, specie in difesa, con Barzagli probabilmente alle sue ultime partite in bianconero.

Il Milan non è una squadra per vecchi

Dall’altra parte c’è il Milan di Gattuso, e anche nella sfida tra allenatori c’è il divario, forse non addirittura generazionale, ma di età sì. Ringhio in rossonero è alla prima stagione in A, con 40 anni compiuti proprio sulla panchina del diavolo. Contro c’è Allegri, che di candeline ne ha già spente 50 e ha dieci anni in più anche di esperienza nel massimo campionato. L’età media del Milan dice 23,2, ed è la più bassa in assoluto (in relazione ai minuti realmente giocati in campo) di tutta la Serie A.

DONNARUMMA/SHUTTERSTOCK

In tutto questo pesano tanto i vari Donnarumma, Calabria e Cutrone, nomi usciti direttamente da un vivaio che aveva già in passato prodotto campionissimi capaci di costruire un ciclo di vittorie, glorioso e lunghissimo, in cui anche lo stesso Gattuso si era inserito. Quella del Rino giocatore era una squadra vincente, ma sempre considerata vecchia. E toccherà proprio a lui far tornare a vincere il Milan, ora giovanissimo.

Generazione M

La scorsa estate, con la nuova proprietà cinese, arrivarono dieci colpi nel Milan, perché un miglioramento della squadra serviva più o meno in qualsiasi ruolo. Ecco allora la linea verde (Kessié 21, Calhanoglu 24, Rodriguez 25, Silva 22 e lo sfortunatissimo Conti 24), perché da lì serviva inevitabilmente ripartire. Nell’ultimo mercato estivo si era però parlato anche di una spina dorsale fatta di esperienza. Ecco allora Bonucci (31) a comandare la difesa, Biglia (32) con le chiavi del centrocampo e Kalinic (30) in avanti, anche se il croato non ha mai brillato in tutta la stagione.

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BONUCCI/COSMINIFTODE/SHUTTERSTOCK

Guardando i reparti l’età media è molto simile tra tutti e tre i blocchi, e molto bassa è ugualmente quella degli undici che Gattuso ha privilegiato dal suo arrivo in panchina. I soliti insomma, e in ordine: Donnarumma, Calabria, Bonucci, Romagnoli, Rodriguez, Kessié, Biglia, Bonaventura, Suso, Calhanoglu con l’alternarsi di Cutrone e Kalinic in avanti. Nel calcolo, l’età media è di 24,3 anni con Cutrone titolare, di 25,2 con Kalinic. Si parla, in ogni caso, di numeri molto bassi, quelli da cui il nuovo Milan sta già ripartendo, e con cui Gattuso proverà a vincere il primo trofeo.