Bonucci e i primi mesi al di sotto delle aspettative

Leonardo Bonucci, al suo arrivo a Milano il 14 luglio scorso, aveva mobilitato tutto il popolo rossonero che lo aveva accolto nel migliore dei modi. C’era l’entusiasmo e la sensazione di essere finalmente tornati dopo anni di buio. C’era la gioia per aver scippato alla rivale Juventus il miglior difensore italiano. I tifosi rossoneri speravano di ricordare a lungo quella giornata, quella che avrebbe dovuto consacrare definitivamente le ambizioni del nuovo Milan.

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BONUCCI/BARNI/SHUTTERSTOCK

La realtà, però, è stata molto diversa rispetto alle attese: Leonardo Bonucci ha faticato a imporsi. Soprattutto nella prima parte della stagione, in una squadra che ha stentato in modo del tutto inatteso. Complice anche quel 3-5-2 disegnato – si è detto – su misura per lui. La fascia di capitano, che il club gli ha voluto assegnare subito, ha pesato parecchio. Fino al 22 ottobre, quando l’ex bianconero ha toccato probabilmente il punto più basso con l’espulsione nel match contro il Genoa.

La rinascita e la Champions sfumata

Due giornate di squalifica per espiare le colpe e fare un bagno di umiltà, poi la rinascita. Una leadership mai più in discussione, di cui ha beneficiato il compagno di reparto Romagnoli e tutta la squadra, capace di subire appena sei reti in campionato nei primi tre mesi del 2018. Numeri e rendimento che, grazie al viterbese, hanno addirittura fatto pensare che la rimonta all’Europa più prestigiosa fosse possibile. Il gol all’Allianz Stadium contro la Juventus, poi, ha inorgoglito ancor di più i tifosi del Diavolo. Quel colpo di testa tra Chiellini e Barzagli con la palla che è finita alle spalle di Buffon e quell’esultanza sotto il settore ospiti. Emblema che Leo alla maglia rossonera ci tiene e non poco. Come a voler dimostrare che lui può fare la differenza a prescindere dai compagni che ha accanto. E ciò in parte è anche vero.

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BONUCCI/COSMINIFTODE/SHUTTERSTOCK

Ma i miracoli, soprattutto nel calcio, non si compiono da solo ma grazie alla squadra. Una squadra che, dopo una disperata rincorsa, si è all’improvviso fermata, con un mese di aprile difficile, in particolare con squadre inferiori sulla carta. Ecco allora che l’operazione quarto posto è svanita e ora rimane solo da lottare per l’Europa League, con un’Atalanta più agguerrita che mai e che andrà affrontata proprio in questa penultima giornata, dopo il poker incassato nella finale di Coppa Italia. È chiaro che la mancata qualificazione alla Champions League, obiettivo dichiarato ad inizio stagione, pesi sulla valutazione generale. Ma Bonucci è l’unico elemento (con Biglia) di esperienza e personalità, il punto fermo da cui il Milan dovrà ripartire e a cui la dirigenza rossonera dovrà affiancare altri elementi di spessore.